Laboratorio teatral-musicale rivolto alle scuole elementari
Siamo venuti Maggio a salutare
Ed ora giunti qui in vostra presenza
Fermi sull’uscio del bel casolare,
padron di casa si chiede licenza
di sonare per voi e di cantare
e se ci aprite il fiasco e la credenza
or che è calato il sol sotto la luna
vi s’augura cent’anni di fortuna.
Questa ottava di saluto e di richiesta è in tutto simile a quelle che per secoli nelle nostre contrade sono state rivolte dal capo maggiaiolo al padron di casa nell’aia della famiglia ove si andava a cantar maggio: ottava rigorosamente improvvisata e magari col contrappunto della risposta di qualcun altro “estempore cantore”.
Ecco, questa è probabilmente una delle caratteristiche salienti del “cantarmaggio”: l’improvvisazione nei modi dello stornello e maggiormente in quelli nobili dell’ottava rima.
L’ottava (o ottavina), il contrasto, il canto estemporaneo di poesia ha radici antichissime (c’è per esempio un testo del XV secolo di tal Niccolò Cicerchia dove un personaggio detto “Cantastorie” canta una serie di ottave e la musica scritta a fronte nella maniera antica, richiama l’identica melodia che suggerisce la cadenza dell’ottava e che a tuttoggi si canta), ma nei luoghi dove ancora si pratica quest’arte: Toscana, alto Lazio e qualche enclave in Abruzzo e Umbria, i poeti estemporanei non sono rimasti più di un cinquantina dei quali non più di sette o otto sotto i cinquant’anni e due o tre sotto i trenta
Ma anche fuori dell’improvvisazione poetica il “Cantarmaggio” ha una solidissima tradizione che ,originariamente diffusa pur secondo modi diversi, in tutta Europa è sopravvissuta più che altro in Toscana . Forse ancora in maremma, da una parte e in val di Bisenzio dall’altra si è conservata nella sua purezza formale, con tutto un repertorio di canti che annualmente si ripropongono anche rinnovandoli e attualizzandoli ma sempre nel solco già tracciato. Quando durante il fascismo venne proibito il cantarmaggio , i maggiaioli di vallata si riunirono a Migliana dove si divisero in due squadre una di monte e una di valle , con uno stuolo di ragazzetti a far da staffetta cosicché quando i fascisti andavano a valle cantavano quelli di monte e quando andavano a monte cantavano quelli di valle; probabilmente è stato così che il Maggio si è conservato in val di Bisenzio…Ma è un bene prezioso, una memoria storica che per esistere dev’ essere tenuta viva e per vivere si deve rinnovare.
L’idea è quella di formare , con un laboratorio teatral-musicale, un gruppo di giovani maggiaioli che imparati i canti, le storie e i modi, sotto la guida di operatori ed insegnanti diano vita il pomeriggio del 30 Aprile alla maggiolata tradizionale cantando di casa in casa nel quartiere secondo un percorso da stabilire con la collaborazione dei genitori (che a loro volta saranno informati circa la tradizione del Maggio)
Articolazione:
A) Una prima fase dell’intervento prevede l’apprendimento, da parte dei ragazzi dei canti popolari inerenti al “Cantarmaggio”secondo i testi e le melodie tradizionali,supportati dall’accompagnamento di strumenti acustici.
Si potranno eventualmente utilizzare mezzi audiovisivi come integrazione oltre che a notizie generali sulla storia dell’evento in parola.
B)In un secondo momento lavoreremo sull’elaborazione e sull’attualizzazione: i brani musicali verranno, cioè,destrutturati e variati per elementi ritmici e/o melodici; parallelamente si costruiranno nuovi testi da applicarsi alle melodie classiche così attualizzandole secondo il metodo della “contrafactio” .
C)Il terzo momento si incentra su tre obiettivi distinti:
- primi elementi di improvvisazione (fino a poter essere in grado di improvvisare uno stornello).
- cura del costume (naturalmente questo aspetto prevede la collaborazione con i genitori)
- costruzione di piccoli strumenti idrofoni da utilizzare come base ritmica, utilizzando materiali d’uso comune o di recupero.
D) Il pomeriggio del 30 Aprile si sfila a cantar Maggio di casa in casa raccogliendo i giovani maggiaioli dalla scuola o scuole interessate secondo un percorso da concordare con le famiglie disponibili .
Verranno coinvolti almeno tre musicisti (con strumenti di tradizione popolare come chitarra, fisarmonica ,percussione) che guideranno e accompagneranno i canti..
Il progetto completo prevede 30 ore di impegno più la sfilata finale
Possono essere accorpate anche due classi (le quali usufruirebbero di 15 ore ciascuna)
Naturalmente sono praticabili progetti limitati secondo le esigenze ad un costo da concordare